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Come integrare i dati nelle strategie di Content Marketing

Per chi si occupa di Content Marketing, quali contenuti proporre al proprio pubblico è uno degli interrogativi che ci si sarà posti almeno una volta.

Soprattutto se si ha la fortuna di lavorare come creativi all’interno di un’azienda o di una Web Agency in cui si è chiamati a pianificare e ideare contenuti testuali, video, fotografici o iconografici da veicolare sui canali web e social per conto di un brand.

La premessa dalla quale bisognerebbe partire per rispondere a questa domanda è una: il contenuto piace all’utente se ha un’utilità, se è in grado di soddisfare un suo bisogno di ricerca e di sapere. Il web è zeppo di contenuti d’ogni genere, ma soltanto quelli utili e originali verranno premiati dai motori di ricerca e  – cosa fondamentale – dagli utenti!

Partendo da questo assunto, ogni brand dovrebbe svolgere un’analisi preiminare per capire quale tipologia di contenuto è in grado di apportare il maggior livello di soddisfazione all’utente, anche in termini di innovazione e di originalità, perché sarà sempre necessario differenziarsi dai competitors, che già producono contenuti atti a soddisfare il bisogno informativo del pubblico target.

Un elemento che contraddistingue un contenuto originale e creativo da altri ripetitivi e poco utili è la presenza di dati e informazioni specifiche, da cui l’utente potrà trarre nozioni pertinenti e utili.[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Quali dati sono utili al Content Marketing?” use_theme_fonts=”yes”][vc_column_text]Una regola fondamentale è che i dati rispettino i seguenti 4 criteri da inserire per una buona strategia di Content Marketing:

  • Attuali
  • Aggiornati
  • Veritieri
  • Verificati

I dati potenzialmente a disposizione di un brand sono tantissimi. Potremmo suddividerli in due categorie:

  • Dati proprietari
  • Dati non proprietari

I primi sono dati interni all’azienda, facilmente reperibili attraverso analisi interne e ricerche specifiche, grazie ai quali l’azienda dispone di una grossa mole di dati proprietari utili che possono essere analizzati per estrarre statistiche o evidenze empiriche. Proprio per mezzo di quei dati, possono essere sviluppati contenuti come infografiche, ricerche e white paper, ebook, che oltre a essere dei prodotti creativi originali saranno anche un ottimo veicolo di informazioni specificamente legate al brand e dunque più utili per l’utente interessato a quel brand o a quell’argomento.

Aziende come Booking e Airbnb, tanto per citarne alcune, realizzano ricerche utilizzando i dati di mercato relativi agli utenti a loro disposizione. Le aziende di media e piccola dimensione, che non dispongono di una vasta gamma di dati, possono però utilizzare dati analitici dei propri siti o shop online per realizzare i propri contenuti, valutando diversi fattori quali:

  • Prodotti più venduti
  • Pagine più visitate
  • Ricerche effettuate maggiormente sul sito
  • Articoli più condivisi sui social media

[/vc_column_text][vc_row_inner][vc_column_inner][vc_single_image image=”3929″ img_size=”full” alignment=”center”][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_column_text]I dati non proprietari sono tutti quei dati elaborati da terze parti a cui ricorrono le aziende che non hanno a disposizione una grande mole di informazioni né mezzi per analizzarli.

Ci sono tantissime fonti a cui attingere: dati prodotti quotidianamente dagli utenti o ricerche pubbliche disponibili gratuitamente, per non parlare della mole di ricerche e survey tematiche redatte dalle maggiori società di Marketing Research e Analysis, naturalmente a pagamento.

Un metodo utile per sopperire alla mancanza di dati proprietari è anche quello di condurre sondaggi utilizzando il servizio Consumer Survey di Google o (sui canali social, è il caso dei sondaggi su Facebook).

Sempre Google mette a disposizione il servizio Public Data , dal quale è possibile attingere a una serie di ricerche pubbliche da cui estrapolare le informazioni più rilevanti per il proprio business.

Un’altra strategia può essere quella di reperire dati integrando API‘s e sviluppando algoritmi di analisi del buzz degli utenti, come è stato fatto da My Sport Buzz che analizza gli argomenti più discussi negli sport.

Le strategie sono tantissime e dipendono tutte dal livello di creatività dell’azienda e dalla capacità di aggregare quanti più dati possibili, integrandoli adeguatamente nella strategia di Content Marketing dell’azienda e tenendo sempre bene a mente che i dati divulgati così come i contenuti dovranno avere una utilità per l’utente finale.

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Giovanni Le Coche

Author

La mattina presto infila le scarpe da running, gli auricolari e corre per le strade di Cosenza, spinto dalla musica e dall’entusiasmo di un nuovo giorno. Porta la stessa carica in ufficio, tra un affaccio sulla città e più di uno sull’etere. All’inizio delle call, sbucano prima le sue cuffie e i suoi sorrisi rincuoranti, per lasciar poi spazio a un ciuffo brizzolato alquanto ribelle e a parole che uniscono, senza disperdere. Adora dare dei piccoli soprannomi affettuosi a tutte le persone del team, come se fosse un’estensione di un rapporto di stima che va oltre il lavoro. È caparbio, dolce, protettivo. Ama tutto della sua professione, ma più di ogni cosa adora risolvere problemi. Sarà perché è un ingegnere? Non l’abbiamo capito, ma una cosa è certa: quando se ne presenta uno, Giovanni non si scoraggia, anzi si galvanizza. “Perché mi sento l’adrenalina nelle vene”, dice, canticchiando Whataver it takes degli Image Dragons. Sapete come va a finire? Trova sempre la soluzione anche confrontandosi con il team. Per un infortunio ha dovuto lasciare il calcio e cedere la fascia di capitano, ma insieme a Pierfrancesco la indossa ogni giorno per portarci avanti e dare sempre il massimo. E se capita di prendere un goal, raduna tutti, palla a centro e si ricomincia. Magari prendendo fiato nel “terzo tempo” – lui lo applicherebbe anche al calcio – fumando un sigaro (sì, non è salutare, ma qualche difettuccio ce l’ha pure lui), tra un bicchiere di vino (meglio rum) e tanti amici.