Dopo Matteo Renzi che fa cose su Facebook, anche Massimo D’Alema si è – giustamente – guadagnato il suo fake social con l’account Twitter D’Alema er Massimo. Giustamente perché il fake ha colto in pieno una caratteristica del suo “muso ispiratore” e di questo ha fatto la sua fortuna. Vorrei trovare una parola adatta per spiegarvi cos’è, perché sembra davvero brutto scriverlo così, ma non ho altra scelta. Si tratta dell’antipatia! E anche del suo diciamo!
Perché, diciamolo, Massimo D’Alema, quello vero, aldilà di ogni preferenza politica che non è argomento nostro e nemmeno ci interessa se non in funzione dei loro alter ego social, ecco Massimo D’Alema simpaticissimo non è, o meglio uno non se lo ricorda per la simpatia! Ma è stato così da sempre, anche nelle imitazioni di televisiva memoria, era un personaggio un po’ acidello, sempre con la risposta pronta sotto il baffetto e un po’ così, con il naso all’insù. Diciamo!
C’è una di quelle stradiffuse leggende metropolitane, almeno credo che di questo si tratti, che dice che il cane assomiglia al padrone. Così è anche per il fake! Ve ne sarete accorti anche voi ed è ovvio che sia così, ma in realtà in questo loro “assomigliare al padrone” alcuni account diventano delle caricature dei personaggi della politica italiana e internazionale, è il caso della Merkel, di Kuperlo e di Pivati, per esempio. Altri account diventano invece delle vere e proprie opere di satira politica 2.0 e altri infine riscuotono il loro successo per motivi vari, per esempio territoriali, come nel caso di Marchini.
In un’epoca in cui si vive sui social network i personaggi reali assumono nuove personalità e diventano dei veri e propri personaggi inventati su Facebook e gli altri Social Network, una strategia di Social Media Marketing dietro cui nella maggior parte dei casi non si nasconde nessuna fantomatica Web Agency di Milano o Cosenza, ma un utente creativo o una community che hanno dato un nuovo volto alla satira e alle imitazioni. Dalla Tv siamo passati alla rete, come è giusto che sia.
D’Alema Er Massimo su Twitter
Ma vediamo quali sono i segni particolari dell’account D’Alema er Massimo, attivo su Twitter da quasi tre anni. Al cinguettio di sua sponte preferisce il retweet o ancora di più la risposta ai tweet altrui, secca, acidula, ma che colpisca a fondo.
In questi giorni c’è un gran fermento sul profilo per via dello scandalo a base di vini, libri e coop rosse ma il tono che utilizza Er Massimo nella sua strategia di Community Management è lo stesso da sempre, basta scrollare e cercare anche tra le conversazioni e i tweet degli ultimi mesi per avere un’idea. Ecco qualche numero:
- Account name: @MassimoLeaderPD
- Social d’azione: Twitter
- Followers: 8896
- Tweets: 28700 (tra tweet, retweet e conversazioni)
- Data di nascita: Giugno 2012
- Informazioni profilo: Amico di capitani coraggiosi, mi diletto di navigazione nel procelloso mare piddino. Primum regere deinde philosophari. Parody Account.
I migliori tweet di D’Alema er Massimo
2 Aprile 2015
“Battaglia accanita sul NHS fra candidati premier UK. Ma in UK è meglio un piccione in mano o un tacchino sul tetto? Non lo sapremo mai.” (1 retweet, 3 preferiti).
Mi sono addirittura scusato per la ventilata querela ad uno che ho definito "un collega". E voi potete solo immaginare quanto mi sia costato
— D'Alema er Massimo (@MassimoLeaderPD) April 1, 2015
1 aprile 2015
“Mi sono addirittura scusato per la ventilata querela ad uno che ho definito “un collega”. E voi potete solo immaginare quanto mi sia costato.” (4 retweet, 5 preferiti).
Mi sono addirittura scusato per la ventilata querela ad uno che ho definito "un collega". E voi potete solo immaginare quanto mi sia costato
— D'Alema er Massimo (@MassimoLeaderPD) April 1, 2015
31 marzo 2015
“Che fare? La qualità del dibattito su La7 è modesta, dall’altra parte non brillano. Lenin, per sua fortuna, non aveva di questi problemi (2 preferiti).
Che fare ? La qualità del dibattito su La7 è modesta, dall'altra parte non brillano. Lenin, per sua fortuna, non aveva di questi problemi.
— D'Alema er Massimo (@MassimoLeaderPD) March 31, 2015
Un aggettivo per descriverlo: con il baffo, diciamo!