Ziomm.

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WeSeocialize: un caffè (a distanza) con Claudio Marchetti

Se la SEO fosse musica metal, avrebbe il suo massimo esponente in un’abile consulente SEO come Claudio Marchetti.

Prorompente come un riff di Kirk Hammett, Claudio Marchetti, secondo ospite di oggi della nostra Agenzia SEO per la rubrica WeSeocialize, dopo Gaetano Romeo, è Ceo e Founder di Marchetti.pro, community manager per father.io, ma soprattutto un bravissimo SEO Specialist.

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Ti tocca pagare dazio e anche per te la prima classica domanda della rubrica WeSocialize: dopo il primo caffè (e considerato che rispondiamo ai post già dalla prima mattina in contemporanea) come inizia la tua giornata tipo?

Però, già come prima domanda mi fai pagare dazio?!? Ammazza se sei SEOrompino!

Sinceramente non saprei dirti come inizia la mia giornata tipo. Oltre a bere quantità industriali di caffè Nespresso (se qualche dirigente della Nespresso sta leggendo questa intervista, magari è la volta buona che mi prendono come influencer italiano al posto di George Clooney) e fare un’abbondante colazione, diciamo che non ho dei rituali così differenti da tante altre persone.

Dopo il caffè arrivo in studio, controllo le mail e inizio a seguire la scaletta di lavoro della giornata. Senza accorgermene, tra il lavoro e qualche chiacchiera sui social, di solito la giornata vola e arriva la sera. Momento in cui amo lavorare, perché normalmente non arrivano chiamate e nessuno ti disturba.

Malcesine (VR), quasi 4000 abitanti e un professionista, amante dei games, che decide di fare seo. Sei forse impazzito?

Professionista è una parola “grossa” dai, mi ritengo ancora un apprendista con tanta voglia di apprendere! lol

Ho iniziato a sviluppare siti internet, e a fare SEO in seguito, principalmente perché non ero soddisfatto di come avevano realizzato il sito internet di un’altra mia attività. Dopo qualche anno di gavetta, test, sbagli e piccole soddisfazioni, mi sono sentito pronto per mettermi in gioco aprire una piccola web agency.

– Come scalare le SERP e fare Link Building? –

Bene, ci siamo riscaldati. Andiamo al sodo. Toh, c’è un potenziale cliente che ti cerca, vuole sapere da te come scalare le SERP (eh sì, è uno preparato!), cosa gli risponde Claudio Marchetti?

Come prima cosa chiedo l’indirizzo del sito internet, la condivisione dell’account di Google Analytics e dei Web Master Tools. Fatta una valutazione di massima, prendo un appuntamento per una bella chiacchierata con il potenziale cliente, per capire quali sono gli obiettivi che vuole raggiungere e le caratteristiche del suo prodotto/azienda.

Una volta che sono riuscito a inquadrare tutto, si può procedere con l’ottimizzazione On Page dei contenuti presenti e alla creazione di nuovi contenuti/pagine. Oltre a questo, bisogna valutare l’efficacia del sito in termini di usabilità e conversione. E’ inutile raggiungere le prime posizioni della serp, se poi chi visita il sito si trova davanti a un caos.

Formulare un’ipotesi di posizionamento con un cliente, senza sapere di cosa si sta parlando, è sempre difficile. In questo settore, penso che più si sviluppa una proposta cucita su misura, maggiori saranno le possibilità di raggiungere il nostro obiettivo. Sono finiti i tempi, in cui alcuni “professionisti” proponevano pacchetti preconfezionati per raggiungere le prime posizioni nelle serp.

Okay, okay… il website lo ottimizzerai alla grande, quindi la fase onpage terminerà in breve. E poi? Come facciamo con quella offpage?

La strategia offpage va studiata con attenzione, perché se gestita male può portare più problemi che benefici. Che si faccia article marketing, link building o si scelga di utilizzare delle tattiche meno pulite, si deve sempre avvisare il cliente su cosa stiamo facendo. In particolare se esistono dei rischi di penalizzazione. Non vorrei ripetermi, ma anche in questo caso è sempre meglio studiare un piano di lavoro su misura, proprio per evitare penalizzazioni o scarsi benefici.

Una volta che si è condiviso il piano, si può iniziare a sviluppare la strategia che abbiamo concordato in tutta tranquillità.

A proposito di offpage, ancora convinto sulla black hat o meglio una sana, cara e vecchia white?

Dopo tutto, ogni cosa che facciamo è black hat se guardi bene. Il confine tra azioni white hat e black hat è sempre più sottile. In molte situazioni, utilizzare un mix delle due può rivelarsi un’ottima soluzione a lungo termine. L’importante è sapere bene cosa si sta facendo.

Conosco bene le tecniche black hat, ma penso che in molti settori sia molto meglio affidarsi alla white hat, per ottenere risultati sicuri e stabili nel tempo.

Sempre offpage: link bulding. Il buon Marchetti la ritiene un’attività produttiva per la consulenza seo da offrire? E poi, pensandoci bene, per ottenere link di qualità, cosa diavolo scriviamo a un webmaster per chiedergli un link?

La link building è sicuramente una delle attività più utili per consolidare un posizionamento o portare un nostro contenuto nelle prime posizioni della serp. In quasi tutte le consulenze SEO, direi che può essere un’attività da prendere in considerazione per il raggiungimento di un buon posizionamento.

Per avere link di qualità, più che scrivere al webmaster di turno, ritengo sia più utile scrivere contenuti di qualità che possano attirare link spontanei. Non dico che cercare link sia sbagliato, ma è sempre più un’azione che fa perdere tempo. Tempo che può essere meglio speso, nella creazione di nuovi contenuti per il nostro sito o quello di un cliente in questo caso.

In alternativa, puoi sempre scrivergli, che se non ti regala un link indirizzi un attacco DDoS sui suoi server. Almeno fino a quando non cambia idea

E’ possibile fare seo senza prima fare brand awareness? Se sì, è utile? Abbiamo cercato con un articolo di approfondire questo argomento, ma cosa ne pensa Claudio?
Attenzione a Brand Awareness e penalities!

Si, si può certamente fare SEO senza prima fare brand awareness. Ma si può anche affermare, che in alcuni casi, la brand awareness è una strategia che porta più risultati della SEO. Se il prodotto è valido, un buon posizionamento SEO può portare tutta la visibilità possibile, ma non è detto che questa visibilità si converta in una conversione.

In molte delle situazioni in cui mi sono trovato; mi sono accorto che prima è più importante investire in brand awareness, e poi successivamente portare più traffico sul sito internet.

Ti vedo stanco, concludiamo, si vociferano grandi cambiamenti di Panda e Penguin, sei pronto al massacro?

In questi giorni (inizio di aprile) si stanno notando proprio dei grossi movimenti nelle serp. Quasi sicuramente, sta per arrivare un nuovo ospite nell’affollato zoo di Google.

Non sono particolarmente preoccupato per questo nuovo aggiornamento. Se un sito è stato sviluppato seguendo un’ottica a lungo termine, non dovrebbe incappare in particolari problemi. Nel caso contrario, chi teme di veder crollare le proprie visite, forse è meglio che corre ai ripari. La qualità, i contenuti e come si è sviluppato un sito, sono caratteristiche che diventeranno sempre più importanti col passare degli anni e l’arrivo di nuovi animaletti.

Un grazie personale e sincero all’amico e collega Claudio Marchetti per la sua disponibilità!

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Giovanni Le Coche

Author

La mattina presto infila le scarpe da running, gli auricolari e corre per le strade di Cosenza, spinto dalla musica e dall’entusiasmo di un nuovo giorno. Porta la stessa carica in ufficio, tra un affaccio sulla città e più di uno sull’etere. All’inizio delle call, sbucano prima le sue cuffie e i suoi sorrisi rincuoranti, per lasciar poi spazio a un ciuffo brizzolato alquanto ribelle e a parole che uniscono, senza disperdere. Adora dare dei piccoli soprannomi affettuosi a tutte le persone del team, come se fosse un’estensione di un rapporto di stima che va oltre il lavoro. È caparbio, dolce, protettivo. Ama tutto della sua professione, ma più di ogni cosa adora risolvere problemi. Sarà perché è un ingegnere? Non l’abbiamo capito, ma una cosa è certa: quando se ne presenta uno, Giovanni non si scoraggia, anzi si galvanizza. “Perché mi sento l’adrenalina nelle vene”, dice, canticchiando Whataver it takes degli Image Dragons. Sapete come va a finire? Trova sempre la soluzione anche confrontandosi con il team. Per un infortunio ha dovuto lasciare il calcio e cedere la fascia di capitano, ma insieme a Pierfrancesco la indossa ogni giorno per portarci avanti e dare sempre il massimo. E se capita di prendere un goal, raduna tutti, palla a centro e si ricomincia. Magari prendendo fiato nel “terzo tempo” – lui lo applicherebbe anche al calcio – fumando un sigaro (sì, non è salutare, ma qualche difettuccio ce l’ha pure lui), tra un bicchiere di vino (meglio rum) e tanti amici.

Comments:

  • roberto varriale

    Bella intervista 😀

    • Giovanni Le Coche

      Grazie Robby! Potresti essere il prossimo… 🙂

      • roberto varriale

        sarebbe un onore. non è la solita intervista seo

      • Giovanni Le Coche

        Onore mio, Robby! Aggiungo la tua disponibilità (ma già la consoscevo.. ) e ti contatto presto!!