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SEO & AI: Una metodologia per ottenere leads profilati!

Seo & AI

In questi ultimi tempi ho avuto la fortuna di partecipare come relatore all’Ecommerce Beauty and pharma e poi ad un webinar organizzato da Asseprim, dove ho affrontato il tema relativo a SEO e AI.

In particolare, ho condiviso informazioni di come l’intelligenza artificiale seo può essere utilizzata al fine di ottenere leads profilati e, perché no, anche conversioni.

L’obiettivo di questo articolo, e quindi dei due speech, è quello di fornire un ausilio a brand e colleghi per capire come una metodologia può essere utile, al fine di migliorare le performance di un sito web. Posizionarlo al meglio per intenti di ricerca giusti per generare leads profilati e/o conversioni.

Il problema principale, quando si lavora con un brand, è quello di capire al meglio tutte le informazioni durante la fase di briefing e tramutarle in keywords ma, ancora più complesso per chi lavora nel mondo SEO, è comprendere esattamente il/i modello/i di buyer personas, al fine di intercettare perfettamente l’intento di ricerca di utenti interessati.

Come fare, quindi?

Provo a condividerti, per steps, i passaggi che ho eseguito per raggiungere un buon risultato oppure puoi seguire il webinar in basso!

STEP 1: Artificial Intelligence SEO

Il primo step è quello di creare una serie di prompt, con uno o più sistemi di Intelligenza Artificiale (io ho usato Chat GPT, Gemini e Perplexity) per comprendere quali siano i modelli di buyer personas che per quel determinato brand effettuano determinate ricerche.

Di seguito i prompt utilizzati per tutti i software di ARITIFICIAL INTELLIGENCE SEO:

  1. Sei in grado di dirmi quali sono i modelli di buyer personas e l’audience di chi cerca prodotti per il beauty, anche di natura farmaceutica? In particolare, vorrei sapere, sui modelli che mi elencherai, quali sono le tipologie di prodotti maggiormente ricercati, per capire su cosa devo puntare in modo preciso.
  2. Sulla scorta di quello che scrivi, mi sai dire che tipi di ricerca effettuano questi utenti sui motori di ricerca? Particolarmente, quali sono le chiavi di ricerca informazionali e transazionali? Basati su questi modelli che mi hai dato, cercando di tenere conto non solo delle SERP di Google, Bing e Yahoo ma anche di come sono posizionati i competitors sul mercato.
  3. Grazie! Mi dividi le chiavi in informazionali, transazionali e poi anche quelle utilizzate sul motore di ricerca Google e quelle sul motore di ricerca bing e quelle su Yahoo? Se preferisci, puoi crearmi anche un file excel o una tabella strutturata (lo gradirei molto).

STEP 2: Analisi dei risultati e generazione file CON SEO E AI

I risultati ottenuti da questi prompt sono tutti simili ma, al tempo stesso, diversi e mi hanno fornito, però, tutte le keywords di partenza.

Ma non basta! I SEO lo sanno! Serve una buona keyword research per lavorare al meglio e capire come fare seo!

La Keyword Research, dopo il tech audit, rappresenta una fase fondamentale per ottimizzazione e posizionamento di un sito web, Di sicuro, avevo un punto di partenza per conoscere gli intenti di ricerca base (ovvero le chiavi) che mi avrebbero permesso di strutturare la parte di content e meta dati al meglio.

La sola Intelligenza Artificiale, però, non può sopperire ad un buona ricerca di parole chiave. Il binomio deve essere SEO e AI. Per arrivare ad un buon risultato, si deve comunque effettuare manualmente questa attività.

STEP 3: SEO Keyword Research

Gli step da seguire per una corretta ricerca di parole chiave sono i seguenti:

  • Brief del cliente: cosa faccio, come lo faccio, come lo voglio fare, dove voglio arrivare. Appuntiamo tutti i dati emersi.
  • Individuazione keywords: Panorama di parole che possono esplicitare il brief (Volumi di ricerca – Risultati in SERP – CTR – Difficulty – Opportunity – Stagionalità).
  • Ampliamento della lista Per questa attività ci vengono in aiuto dei tools, come: SeoZoom Sem RushGoogle ADS Keywords Planner)
  • Fase di Clustering: Con l’uso dei tool sopra definiti, possiamo avere un’idea di mappatura e raggruppare le chiavi per le categorie del sito web.
  • Verifica dei termini trovati e ricerca di: sinonimi, termini in lingua originale, induzione, deduzione e ricerche interne del sito, qualora esistesse già.
  • Analisi dei Competitors sulle chiavi individuate: teniamo sempre conto di volumi di ricerca, risultati in SERP, CTR, difficulty, opportunity e stagionalità.

Questo è un processo quasi ricorsivo, in quanto nel tempo le keywords, fisiologicamente, subiranno modifiche!

Effettuata questa fase è possibile generare un file excel che unito con quello che ci ha regalato l’AI dopo il risultato dei prompt dovrebbe essere quello migliore per iniziare le attività di search engine optimization.

Questi primi tre step permettono, quindi, di generare un documento di KR strutturato al meglio che si è rivelato utilissimo per i passi successivi.

excel-keyword-research

STEP 4: Utilizzo della Keyword Research

A questo punto, avendo le chiavi, si possono effettuare tutti i passaggi utili per rendere un sito ottimizzato in chiave SEO.

  • Mapping URL: scelta delle URL e definizione dell’Architettura Informativa con le chiavi ottenute (e non solo!).
  • Ottimizzazione dei contenuti e dei meta dati.
  • Possibilità di definizione di un Piano Editoriale ottimale, sulla scorta delle keywords individuate.

In questo modo il mio sito web dovrebbe essere pronto su un’attività SEO che abbia tenuto in considerazione il/i modello/i di buyer personas.

STEP 5: Analisi dei dati

Con questa metodologia (attenzione, non è una assunto poiché ogni brand ha necessità di approfondimenti specifici) si è raggiunto un buon posizionamento ma, soprattutto, è stato possibile conseguire degli obiettivi di business importanti per il cliente (settore beauty – luxury):

  1. 21 Vendite al mese con uno scontrino medio in linea con le aspettative.
  2. 263 Leads profilati in 8 mesi di lavoro.
  3. +31% di ingressi al punto vendita.
  4. 40000 utenti in sessione sul sito web.

CONCLUSIONI

Questo criterio (e di conseguenza questo articolo) mira a far comprendere come l’Intelligenza Artificiale non è la soluzione, ma un mezzo utile.

I dati vengono forniti sempre dagli umani e l’AI si ciba di questo.

L’utilizzo di questo tipo di procedimento, sic et simpliciter, è risultato utile per l’agevolazione della fase di Keyword Research e, allo stato, è già utilizzato da Arkys in altri settori, con buoni risultati.

In fondo, si sa che l’importante non è l’arrivo, ma il viaggio.

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Giovanni Le Coche

Author

La mattina presto infila le scarpe da running, gli auricolari e corre per le strade di Cosenza, spinto dalla musica e dall’entusiasmo di un nuovo giorno. Porta la stessa carica in ufficio, tra un affaccio sulla città e più di uno sull’etere. All’inizio delle call, sbucano prima le sue cuffie e i suoi sorrisi rincuoranti, per lasciar poi spazio a un ciuffo brizzolato alquanto ribelle e a parole che uniscono, senza disperdere. Adora dare dei piccoli soprannomi affettuosi a tutte le persone del team, come se fosse un’estensione di un rapporto di stima che va oltre il lavoro. È caparbio, dolce, protettivo. Ama tutto della sua professione, ma più di ogni cosa adora risolvere problemi. Sarà perché è un ingegnere? Non l’abbiamo capito, ma una cosa è certa: quando se ne presenta uno, Giovanni non si scoraggia, anzi si galvanizza. “Perché mi sento l’adrenalina nelle vene”, dice, canticchiando Whataver it takes degli Image Dragons. Sapete come va a finire? Trova sempre la soluzione anche confrontandosi con il team. Per un infortunio ha dovuto lasciare il calcio e cedere la fascia di capitano, ma insieme a Pierfrancesco la indossa ogni giorno per portarci avanti e dare sempre il massimo. E se capita di prendere un goal, raduna tutti, palla a centro e si ricomincia. Magari prendendo fiato nel “terzo tempo” – lui lo applicherebbe anche al calcio – fumando un sigaro (sì, non è salutare, ma qualche difettuccio ce l’ha pure lui), tra un bicchiere di vino (meglio rum) e tanti amici.