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Social Brand Reputation: come distruggerla col “fai da te”

Che sia per la crisi o per scarsa conoscenza, la brand reputation online è sempre più autogestita dalle micro, piccole e medie aziende, sia internamente che affidandosi a una Web Agency.

Il risultato è talvolta interessante e importante ma, ahimè, il più delle volte è una vero e proprio social earthquake! Capitano clienti particolari, come nel video della collega Francesca Borghi (uno dei più belli che ho mai visto!), ma accade ancor più spesso che, per mancanza di budget e/o per convinzione di sapere fare tutto, queste stesse aziende decidano di lavorare da sole sulla propria immagine online.

Ogni caso ha la sua storia, ma vorrei proporvi un case study trovato online tra Facebook e TripAdvisor, dove c’è poco da studiare.

Caso di studio sulla Social Brand Reputation

Prendete un’azienda che ha il suo bell’account su TripAdvisor, ha ricevuto un certificato d’eccellenza e lo ha sbandierato anche su Facebook, nella miriade confusionaria di profili, pagine e local che ha aperto.

Assumete anche che ogni cliente ha una sua esperienza e, se reale, ha il libero diritto di esprimerla, positiva o negativo che sia.

Cosa fa in questo caso il gestore dell’azienda? Punta sulla trasparenza! Pubblica su Facebook ogni tipo di commento e/o critica, non solo facendo riferimento a TripAdvisor, ma anche a esperienze personali. Scelta rispettabile, per carità.

Tac! Scatta la molla!

Un commento, due commenti negativi e il gioco è fatto! L’ira dell’azienda si scaglia contro il/i cliente/i ingeneroso/i ed è un’oasi di risposte violente e anche poco cortesi, rafforzata da impavidi amici che danno man forte! Amici, amici… (ce ne fosse stato uno che gli avesse detto: mantieni la calma, sono pur sempre clienti!)

Il bagno di sangue continua: post di rivalsa e recensioni incollate da tripadvisor, alcune senza screenshoot allegato. Già, meglio evitare!

Bene, questo è ciò che non si dovrebbe mai fare! Le “negatività” vanno affrontate, con calma, educazione e.. sangue freddo. E’ importante, soprattutto, che dalle considerazioni di un cliente o di una situazione particolare si sappia tirar fuori suggerimenti  per migliorarsi e mantenere sempre la cortesia e l’eleganza agli occhi del pubblico, valori sempre graditi.

“Bhè? E allora? Cosa dovevo fare? Mi ha denigrato!”

Semplice, amico mio! Verificavi la critica, facevi un bel respiro, rispondevi con cortesia ed educazione, anche scusandoti e, se fosse stato il caso, invitavi nuovamente quella stessa persona a raggiungerti. Forse non lo avresti mai riconquistato, ma avresti dimostrato al pubblico che legge, che ti legge, il tuo modo di gestire un’azienda. Quasi sicuramente, tutti avrebbero etichettato il cliente, se avesse continuato con le sue critiche, come il matto da tenere alla larga.

Siamo nel digitale, nel mondo del web marketing e del social media marketing, una grande cassa di risonanza e la tua brand reputation è troppo importante per essere danneggiata! Riflettici prima di agire e soprattutto lascia perdere il fai-da-te.

Cose ovvie? Sì… ma forse repetita iuvant!

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Giovanni Le Coche

Author

La mattina presto infila le scarpe da running, gli auricolari e corre per le strade di Cosenza, spinto dalla musica e dall’entusiasmo di un nuovo giorno. Porta la stessa carica in ufficio, tra un affaccio sulla città e più di uno sull’etere. All’inizio delle call, sbucano prima le sue cuffie e i suoi sorrisi rincuoranti, per lasciar poi spazio a un ciuffo brizzolato alquanto ribelle e a parole che uniscono, senza disperdere. Adora dare dei piccoli soprannomi affettuosi a tutte le persone del team, come se fosse un’estensione di un rapporto di stima che va oltre il lavoro. È caparbio, dolce, protettivo. Ama tutto della sua professione, ma più di ogni cosa adora risolvere problemi. Sarà perché è un ingegnere? Non l’abbiamo capito, ma una cosa è certa: quando se ne presenta uno, Giovanni non si scoraggia, anzi si galvanizza. “Perché mi sento l’adrenalina nelle vene”, dice, canticchiando Whataver it takes degli Image Dragons. Sapete come va a finire? Trova sempre la soluzione anche confrontandosi con il team. Per un infortunio ha dovuto lasciare il calcio e cedere la fascia di capitano, ma insieme a Pierfrancesco la indossa ogni giorno per portarci avanti e dare sempre il massimo. E se capita di prendere un goal, raduna tutti, palla a centro e si ricomincia. Magari prendendo fiato nel “terzo tempo” – lui lo applicherebbe anche al calcio – fumando un sigaro (sì, non è salutare, ma qualche difettuccio ce l’ha pure lui), tra un bicchiere di vino (meglio rum) e tanti amici.