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WeSeocialize: Food Marketing & SEO, un e-caffè con Fortunato Amarelli

Il Food Marketing è ancora una volta l’argomento della nostra rubrica WeSeocialize.

Alle soglie dell’estate, anche le due sedi dell’agenzia web di Milano e Cosenza stanno per andare in vacanza, ma prima di farlo, ecco l’ultima, imperdibile intervista a uno dei più noti imprenditori calabresi nel settore alimentare, a livello nazionale ed internazionale.

Dopo Antonio Aiello, Arkys ha il piacere di ospitare il Dott. Fortunato Amarelli che, con il suo modo di fare impresa lungimirante e votato al digitale, ha portato la liquirizia DOP dalla Calabria in tutto il resto del mondo.

“Buongiorno dott. Amarelli e benvenuto a nome di tutto il team di Arkys. Una breve introduzione alla nostra realtà: Arkys è un‘agenzia specializzata in Digital Marketing, SEO e realizzazione Siti Web professionali con due sedi, un quartier generale a Cosenza e una sede dislocata della Web Agency a Milano. WeSeocialize è una rubrica che destiniamo allo scambio di conoscenza con i colleghi del settore, ma anche con i CEO delle aziende italiane, per conoscere più da vicino l’idea che i “non addetti ai lavori” hanno delle web agency e per capire quali siano i margini di miglioramento del nostro mestiere nel rapporto con le aziende clienti. Lei è il nostro secondo ospite con cui chiacchiereremo, tra gli altri argomenti, anche di Food Marketing e di agenzie Web specializzate nel Food & Beverage.”

Iniziamo quindi con una domanda classica – e a tema – tipica della nostra rubrica: dopo il primo caffè, come inizia la Sua giornata tipo?

Buongiorno a Lei Giovanni. Dunque, per me il caffè è il primo gesto della giornata, amo svegliarmi presto. La mattina è il momento più tranquillo, l’unico in cui riesco a dedicare un po’ di tempo allo sport e all’informazione, ma è soprattutto un momento in cui rivedo la mia to do list e programmo la  giornata. Da qualche tempo anche il giro sui social media è diventato un rituale mattutino.

Come avrà intuito il Social Media Marketing, la SEO e il Web Marketing in generale saranno gli argomenti intorno a cui verterà questa intervista (siamo un’agenzia Marketing, del resto!). Cominciamo a scaldarci: una Sua riflessione sul mondo del Web Marketing e della Search Engine Optimization. Sono utili? Indispensabili? O soltanto importanti?

Assolutamente indispensabili! Abbiamo sempre considerato internet come un mondo virtuale, ma è ormai sotto gli occhi di tutti che il web, nelle sue molteplici forme, è un luogo estremamente reale in cui ogni giorno avvengono milioni di transazioni economiche. È un grande centro commerciale globale. Investire adeguatamente in tecniche per il posizionamento SEO e strategie di Web Marketing per le PMI ma anche per le multinazionali, equivale a posizionare il proprio negozio nelle zone migliori di una città. Un po’ come la differenza che passa tra l’aprire un’attività sulla 5th Avenue e aprirne una nel Bronx. A mio avviso, lo dico da consumatore ancor prima che da imprenditore, se un’azienda non appare nella prima pagina di ricerca della propria categoria merceologica, non esiste.

La Sua è una delle prime aziende del panorama calabrese ad avere “fiutato” l’importanza del digital e del Food Marketing. Quando e perché Amarelli ha deciso di sposare il Web?

Abbiamo sempre avuto una propensione verso il digitale, il primo sito internet fu varato nel 1996, anno in cui abbiamo acquistato, prima di tutti i nostri competitors, il dominio liquirizia.it. Vent’anni fa questo era sufficiente per assicurarci il primato nelle SERP. Essere il numero uno nella pagina dei risultati di ricerca di un’intera categoria merceologica, oltre a garantire un’ottima rintracciabilità, ha conferito al brand un grande credito. Amarelli appariva prima tra le grandi  aziende del settore insieme a Saila, Aribò, Perfetti, Menozzi Derose (Tabù). Penso che l’acquisto di quel dominio fu uno degli investimenti più lungimiranti e meglio riusciti degli ultimi vent’anni. In quanto al perché, si spiega in una nostra scelta strategica. La qualità del nostro prodotto meritava un posizionamento molto alto e una comunicazione più completa. Niente di tutto ciò avrebbe potuto essere fatto attraverso la comunicazione tradizionale. Cinque secondi di pubblicità televisiva o una manchette su un quotidiano nazionale non potevano contenere una storia lunga 300 anni. Al contrario, Internet ci apparve subito come il canale di comunicazione più adatto ai nostri temi, più adatto a un cliente esigente che vuole informarsi prima di acquistare, più votato al racconto e all’esperienzialità che non alla ricerca dell’acquisto impulsivo.

La Calabria, il Food Marketing e il ruolo dell’agenzia web

Molte aziende, a Cosenza e in Calabria, non si affacciano per nulla al mondo del Web Marketing e in particolare a quello del Marketing Food, nonostante operino nel settore alimentare. Le aziende e le agenzie web calabresi non hanno nulla da invidiare a PMI e Web Agency di Milano, così come del resto d’Italia. Qual è, secondo Lei, il motivo di questo atteggiamento?

Difficile dire. A volte è un problema generazionale a volte culturale. Il CEO decide in base alla propria esperienza: vuole mantenere il controllo e quindi tende a investire in attività e strategie di Marketing che conosce bene. In Calabria abbiamo un gap culturale dovuto anche al nostro isolamento, ma sono convinto che, soprattutto in questo ambito, recupereremo velocemente. Il web è una grande opportunità soprattutto per noi.

Riscaldamento avvenuto, ora le darò un po’ più fastidio (si fa per dire, eh!?)! L’eterno dilemma: Marketing tradizionale o Web Marketing?

Non so se ho già risposto in fase di pre-riscaldamento, in termini generali sono importanti entrambi. Dipende molto dal tipo di business. Certo, non riesco a immaginare un’azienda che nel 2015 non investa qualcosa, anche solo una risorsa interna e non necessariamente un’agenzia web o un’agenzia SEO Milano o a Cosenza che sia, per curare la propria identità su Internet.

La crisi, il momento storico, i dissesti finanziari. Costa meno e sembra rendere anche di più il Digital Marketing di quello tradizionale. Eppure le PMI investono nel primo e non nel secondo. Perché? È colpa delle web agency che comunicano male o il problema è di natura diversa?

Il problema è senza dubbio di natura culturale ma le cose stanno cambiando velocemente. Non so da quanto tempo non compro più riviste e quotidiani cartacei, non guardo la televisione, il mio telefono è il mio miglior dispositivo d’informazione ed è con me tutto il giorno. Forse io sono particolarmente ben disposto verso le innovazioni ma quanto tempo passerà prima che il consumatore medio abbandoni completamente i media tradizionali?

Lei è il Presidente del Consorzio Agroalimentare Kalos, un’idea in cui mi ha già detto credere molto. A che punto è il progetto? Parlerà digitale?

Kalos, per gli antichi greci, era la parola che identificava sia il buono che il bello, ma era anche l’anfora dove si conservava il cibo. Oggi nel mondo ci sono un miliardo e mezzo di consumatori, il 18% di questi, quando cerca la parola food su Google, cerca anche Made in Italy e dieta mediterranea. Mi sono sembrati ottimi motivi per costituire insieme ad altre 17 aziende fra le più rappresentative della nostra regione e insieme a Unindustria Calabria, un Consorzio per l’export. Oltre alle attività già avviate, stiamo per lanciare un sito web che avrà il compito di rintracciare l’importante mole di ricerche che avviene ogni giorno nel mondo, posizionandosi direttamente sui motori di ricerca internazionali per argomenti legati al Food Marketing e alla comunicazione food.

Quanto è importante la consulenza SEO nel settore alimentare?

Parliamo un po’ di Search Engine Optimization: Amarelli ha fatto un buon lavoro in questo senso. Lo spiega Lei ai suoi colleghi che al giorno d’oggi affidarsi a un consulente o a un’agenzia per una consulenza SEO è molto importante?

Ripeto, il posizionamento sui motori di ricerca oggi è un metro di misura della qualità e della notorietà dell’azienda. È assolutamente necessario essere primi rispetto a competitors diretti nel proprio settore merceologico.

Volgiamo al termine, ma altre due domande deve concedermele. Gestire una Community è sempre più difficile, eppure le aziende, invece di affidarsi a professionisti del Web Marketing o a un’agenzia SEO, lasciano il comando a neofiti o, peggio ancora, a consulenti webage improvvisati. Come si fa a spiegargli che è meglio niente che male?

Il web e i social network possono essere uno strumento potentissimo, ma non sono uno strumento semplice. L’accesso gratuito a queste risorse ci porterebbe a pensare che finalmente siamo entrati nell’era della pubblicità gratuita, in realtà questo è vero soltanto in parte. Il web potrà garantirci di ridurre i costi per contatto a patto però che ci serviamo die suoi mezzi. Non è sbagliato dedicare risorse interne alla gestione dei social, anzi secondo me è auspicabile, perché così si rende più vera e quindi più coinvolgente per l’utente l’esperienza social, ma è opportuno che questo lavoro sia seguito attentamente da un professionista che è in grado di mantenere una coerenza di contenuto e di massimizzare i risultati, soprattutto se le attività di Web Marketing sono collegate a un e-commerce.

Abbiamo terminato: Brand reputation. Bisogna sempre stare sempre attenti a non rovinarla. Suggerimenti?

I suggerimenti sono gli stessi di sempre, con qualche attenzione in più: la coerenza è la prima regola del Brand Marketing. Se siete top di gamma la vostra presenza sul web deve essere in linea con le aspettative del cliente anche se questo significa investimenti importanti. Se siete low cost potrebbero andare bene anche piccole cadute di stile e una presenza web un po’ più chip, ma attenzione! I prezzi devono essere i più bassi di tutti altrimenti la comparazione non vi darà scampo. Per tutti vale il suggerimento di aprire al pubblico la vostra azienda, di parlare con i vostri consumatori, di rispondere sempre alle loro domande con grande naturalezza. Nessuno vi crede invincibili, anzi, a volte chi sbaglia può risultare più vero.

Ammettiamo i nostri errori con i clienti che si lamentano e proponiamo immediatamente delle soluzioni.

Grazie al Dott. Fortunato Amarelli per la sua pazienza e cortesia. WeSeocialize e Arkys vi danno appuntamento alla prossima intervista.

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Giovanni Le Coche

Author

La mattina presto infila le scarpe da running, gli auricolari e corre per le strade di Cosenza, spinto dalla musica e dall’entusiasmo di un nuovo giorno. Porta la stessa carica in ufficio, tra un affaccio sulla città e più di uno sull’etere. All’inizio delle call, sbucano prima le sue cuffie e i suoi sorrisi rincuoranti, per lasciar poi spazio a un ciuffo brizzolato alquanto ribelle e a parole che uniscono, senza disperdere. Adora dare dei piccoli soprannomi affettuosi a tutte le persone del team, come se fosse un’estensione di un rapporto di stima che va oltre il lavoro. È caparbio, dolce, protettivo. Ama tutto della sua professione, ma più di ogni cosa adora risolvere problemi. Sarà perché è un ingegnere? Non l’abbiamo capito, ma una cosa è certa: quando se ne presenta uno, Giovanni non si scoraggia, anzi si galvanizza. “Perché mi sento l’adrenalina nelle vene”, dice, canticchiando Whataver it takes degli Image Dragons. Sapete come va a finire? Trova sempre la soluzione anche confrontandosi con il team. Per un infortunio ha dovuto lasciare il calcio e cedere la fascia di capitano, ma insieme a Pierfrancesco la indossa ogni giorno per portarci avanti e dare sempre il massimo. E se capita di prendere un goal, raduna tutti, palla a centro e si ricomincia. Magari prendendo fiato nel “terzo tempo” – lui lo applicherebbe anche al calcio – fumando un sigaro (sì, non è salutare, ma qualche difettuccio ce l’ha pure lui), tra un bicchiere di vino (meglio rum) e tanti amici.