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WeSeocialize: un e-caffè (a distanza) con Roberto Varriale

Esistono consulenti SEO simpatici e SEO specialist meno simpatici, e poi c’è lui, Roberto Varriale.

Roberto o lo ami (soprattutto se ti chiama “ciccio marketing”!) o lo odi, è difficile che si possa trovare una via di mezzo. C’è però una cosa che nessuno può obiettare: è uno specialista SEO davvero molto bravo, parola di Agenzia SEO!

Dopo Cinzia Di Martino, Gaetano Romeo, Claudio Marchetti e Ivano Di Biasi, oggi due chiacchiere digital le facciamo proprio con il gestore e creatore di Seo Specialist Italia.

Roberto-Varriale

Una sola domanda è uguale per tutti.. dovrai farci i conti anche tu: dopo il primo caffè, come inizia la tua giornata tipo?

Accendo il pc circa alle 6.00 dopo aver fatto colazione ed essermi vestito. Guardo email, social, conti correnti, e piano della giornata preparato la sera prima.

Poi tra le 6.45 e le 7.45 gestisco il 1° cliente. Poco dopo inizio a parlare in aramaico antico, perché devo accompagnare mio figlio a scuola (unico momento della giornata in cui ci incontriamo realmente). Continuo la giornata dopo aver fatto colazione con lui, averlo impacchettato e fatto entrare a scuola alle 8.30, e solo dopo prendo la direzione giornaliera prefissata. Di solito dalle 9.00 alle 13.00 svolgo consulenze presso web agency di Napoli per i loro clienti, o impiego questo tempo per dare corsi aziendali coadiuvato da altri professionisti del settore.

– Fare SEO a Milano, Cosenza, Napoli. Cosa cambia? –

A Napoli c’è tanta voglia di fare, al contrario di chi pensa che sia una città “sfaticata”. E’ difficile fare SEO in una città “e mille culure”?

Io non faccio seo a Napoli, la faccio in Italia. Napoli è una città dove lavorativamente è difficile emergere, se non sei una web agency ma sei un freelance vieni spesso trattato come il ragazzino che sa smanettare con il pc e ti si avvicinano per risparmiare.

Mi farebbe piacere lavorare con aziende napoletane, poter servire alla crescita economica di questa mia bella città, ma spesso si chiudono accordi in base all’ immagine che riesci a dare, a quanti dipendenti hai, a quanto tu possa giustificare un costo. Invece altrove è diverso… si bada più al risultato, si pretende, ma si bada al risultato.

Ci siamo conosciuti lo scorso anno, ma la tua grinta mi ha colpito! Forte, tenace e che non teme il confronto. Eppure non sempre si riesce a far capire a tutti i colleghi che condividere esperienze e test è importante, non credi?

Devo dire che anche la tua voglia di condividere, di far gruppo e di farlo in modo democratico mi ha colpito.

La seo è una professione che può iniziare a fare chiunque, e dunque si trovano differenze culturali, sociali, di età e di esperienza di vita a volte immensamente diverse. Spesso non ci capiamo, (Pochi sanno che il linguaggio paraverbale ed i toni sono espressi nella scrittura attraverso punteggiatura e maiuscole) e le persone che ci leggono nei social network ci vedono come una banda di fanatici pronti a tutto pur di guadagnare una posizione senza comprendere davvero il significato di un intervento.

Ma poi nessuno sa che in privato c’è solidarietà, aiuto… ci sono consigli utilissimi ai quali si risponde semplicemente con una emoticons sorridente, ma per i quali bisognerebbe pagare una vera e propria consulenza. I seo sono fatti cosi, aggressivi ed egocentrici in pubblico, amorevoli con i propri colleghi in privato. Forse perché la seo è uno dei pochi mestieri dove si “suda” nel web, e dunque chiunque la pratichi, sa bene cosa significa fare le ore piccole e perdere settimane perché un risultato non arriva. Questo basta a far giungere il consiglio giusto.

Rispondendo in modo più preciso alla tua domanda ti dico che la condivisione tra i seo è importantissima, ma la spettacolarizzazione di tali condivisioni è un arma a doppio taglio che può far più male che bene. Chiunque ha il suo cavallo di battaglia, chi le infografiche, chi i microdati, chi i testi, chi i backlink

Sorrido spesso quando si cerca di far credere che qualunque di queste operazioni, prese singolarmente sia “indispensabile” ai fini di un buon posizionamento. Sorrido perché guardo lavori ai quali mancano alcune di queste variabili, e che son comunque ottimamente posizionati.

– I consigli di Roberto su come fare SEO –

Riscaldamento avvenuto, ora si fa sul serio Ciccio (nomigonolo che usa lui con me, eh!?)! Attività Onsite (come giustamente faceva notare Ivano Di Biasi), il buon Roberto che ordine d’importanza dà a tutte le attività interne?

Ciccio… per iniziare a pianificare l’ attività onsite c’è bisogno prima di fare alcune analisi e considerazioni sullo stato dell’ ottimizzazione attuale, sulla scelta delle keyword, su come si comportano i competitors, su come si muove quella determinata serp etc etc… facciamo finta di averlo fatto, ok ciccio?

Cerco essenzialmente di offrire al motore di ricerca ciò che vuole. Google dovrà visitare il sito ed attribuirgli un punteggio di qualità, dovrà confrontare il sito web con altri, dovrà scaricare e catalogare per capire il contenuto di ogni singola pagina web. In pratica, meglio gli spianiamo la strada e prima ci premierà,  dunque per l’ attività onsite non prediligo questa o quella attività rispetto alle altre, ma pratico quelle necessarie a rendere la vita facile a googlebot.

La giornata prende bene, quindi ora mi spingo sulla parte Offpage/Offsite. Anche qui serve un ordine per le cose, ma è ancora la link building a fare da padrone per la SEO o possiamo “svoltare” su altre strategie?

Il web si basa sullo scambio di voti attribuiti con il conteggio ed il monitoraggio dei link ricevuti ed offerti. Yandex ha provato ad eliminare i link alla base del suo algoritmo, il fatto che sia tornato indietro rende l’ idea di quanto un link possa essere importante per un motore di ricerca.

Io vedo la seo in simbiosi con tutto l’ ecosistema digitale e non, a fare la differenza sono contesto ed utenti.

Infatti se Google grazie ad una corretta ottimizzazione può catalogare bene il nostro contenuto significa che ha capito chi siamo, dove operiamo, di cosa parliamo. Se vedrà giungere utenti da luoghi contestualizzati e che gli stessi avranno un determinato comportamento facendo capire che il matching virtuale è andato davvero in porto, non basterà algoritmo o campagna di backlink per schiodare un sito dalla prima pagina di Google.

Per ora comunque la strada più breve per giungere da Napoli a Roma è l’ autostrada A1 (backlink), perché prendere l’ A16 passare per Pescara, fare un salto a Bologna per tornare su Firenze e giungere a Roma? Perché ci possono essere incidenti sulla A1?

Basta stare attenti e rispettare il codice della strada. Chi dice che gli incidenti non si verifichino anche allungando la strada?

Secondo te, per capire realmente google che diavolo dobbiamo fare? Test su test? Pensi che ci sia qualche certezza o continuiamo a “gett’à ò velen‘”?

Io prediligo i test, sono quelli che mi hanno fatto affinare vari metodi che utilizzo per posizionare siti web senza fare troppo lo zozzone spam.

I test mi hanno fatto capire cose che per altri sono bibbia pura, sono in realtà una possibilità meno rapida o più dannosa di posizionare siti rispetto a come lo faccio io. Credo che ognuno abbia raggiunto un metodo personalizzato di fare seo che non spiegherà mai a nessuno in modo completo. Ho letto della semantica e del semantic search, tutte tesi giustissime. Ma le stesse persone che ne hanno fatto menzione hanno dichiarato che bisogna a tutti i costi fare link, menzioni, citazioni in giro. Ricordo che qualche anno fa se dicevi che utilizzavi yahoo answere o i forum ti ridicolizzavano chiamandoti pivellino. Oggi vedo che addirittura questo metodo di spammare si insegna nelle università.

Oggi Google è in grado di capire anche senza inserire un link di chi e di cosa si stia parlando, riempire i forum scrivendo che “ è straordinario come la ditta x faccia bene l’ operazione y” è a mio avviso uguale allo spam, solo meno potente.

– Come scrivere un blog SEO friendly e non solo –

Seo Specialist Italia, il tuo blog (sono un attento lettore)! Che il core sia la SEO è chiaro, ma spazi su più fronti! Piano editoriale ben strutturato o semplice voglia di sposare la teoria de “La Grande Bellezza”?

Una volta che sono riuscito a far comprendere a Google che tratto seo, ho potuto iniziare a scrivere e parlare a modo mio dell’argomento e riuscire a trovare amici come te.

Forse hai fatto un termine di paragone giusto con il film la Grande Bellezza. Questo capolavoro così come la seo, sono riusciti ad arrivare alle persone in mille modi. Ognuno ha dato una sua spiegazione del significato del film, ognuno dà una sua spiegazione alla seo, ma tutti sono concordi col fatto che prima di continuare a fare affermazioni sul significato compreso personalmente, ci sarebbe bisogno per chiunque di fare quattro chiacchiere con chi ha fatto nascere questo bisogno di capire (Sorrentino e Google). Cerco di fare apprezzare il lavoro svolto, non solo da me ma anche da altri, cerco di contrappormi con quella banalizzazione della seo che nascosta sotto falsi perbenismi punta semplicemente a vendere prodotti correlati alla seo, non a lavorare e vivere di seo.

Cerco di far comprendere alle persone qual è la reale attività che può fare un seo, e dunque di scegliere bene il settore nel quale lavorare prima di investire migliaia di euro in formazione che poi rimarrà inespressa per ovvie ragioni caratteriali o di tempo.

A proposito di piano editoriale, ogni cliente è diverso, ma in un calendario di attività cosa non deve mai mancare per far sì che si parli di un progetto SEO degno di nota?

Non deve mai mancare a mio avviso una attenta analisi del segmento di mercato e dei competitors, di cosa fanno e come si muovono le serp, su quali keyword strutturare il progetto, il profilo di link e tutto ciò che deve essere analizzato per far si che il progetto seo sia di successo o comunque non una cosa controproducente. Indipendentemente da quale sarà la tua strategia, non potrai prescindere da un attenta analisi.

Giuro che stiamo per finire! Nel 2015 tra proclami, sentenze e quant’altro: i funerali della SEO sono rimandati o dobbiamo comprare i crisantemi?

Spero che il prossimo libro che sostenga che Il seo è morto, almeno abbia la decenza di riportare nome e cognome del seo defunto ( sperando che non sia il mio) . Scherzi a parte, sono scelte commerciali di chi ci vive con la seo e sa bene che non esiste solo la seo per promuovere un business e sa altresì benissimo che la seo fa parte di un intero ecosistema da sfruttare. Se leggi quelle risorse, capirai che non sono altro che un estrapolazione e catalogazione di moltissime attività seo chiamate in altro modo ( comunicati, scambio link, banner, commenti, forum etc etc).

Lo so cosa stai pensando: “Giò, c’ei accis’!” Ma l’ultima domanda te la faccio lo stesso! Web Marketing e SEO sono o non sono due attività che devono fondersi?

Web marketing e seo sono fuse come i seo, da sempre.

Cerco di enfatizzare infatti che la seo è l’ insieme di attività svolte sia onsite che offsite in contesti tematici e non, dai quali potranno giungere solo contatti e visite in target, da persone reali interessate all’argomento. Inoltre è bene poggiare la promozione della propria azienda su solide basi. Per fare un’altra metafora, voglio citare l’ esempio di una sedia che per rimanere in piedi ha bisogno del sostegno di 4 piedi. Se dovesse cedere uno dei quattro piedi a supporto, resterebbero solo gli altri tre..

Per ogni settore amo dare indicazioni diverse in merito alle 4 promozioni sulle quali poggiare il proprio business…non manca mai la seo ovviamente.

Grazie mille a Roberto per il suo contributo e, come siamo soliti scherzare fra di noi, l’augurio di rimanere sempre il bravo seo che conosciamo, altrimenti anche oggi dovremmo chiedergli: “Cher’è wagliò je cagnat’ mestier’, sì?”

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Giovanni Le Coche

Author

La mattina presto infila le scarpe da running, gli auricolari e corre per le strade di Cosenza, spinto dalla musica e dall’entusiasmo di un nuovo giorno. Porta la stessa carica in ufficio, tra un affaccio sulla città e più di uno sull’etere. All’inizio delle call, sbucano prima le sue cuffie e i suoi sorrisi rincuoranti, per lasciar poi spazio a un ciuffo brizzolato alquanto ribelle e a parole che uniscono, senza disperdere. Adora dare dei piccoli soprannomi affettuosi a tutte le persone del team, come se fosse un’estensione di un rapporto di stima che va oltre il lavoro. È caparbio, dolce, protettivo. Ama tutto della sua professione, ma più di ogni cosa adora risolvere problemi. Sarà perché è un ingegnere? Non l’abbiamo capito, ma una cosa è certa: quando se ne presenta uno, Giovanni non si scoraggia, anzi si galvanizza. “Perché mi sento l’adrenalina nelle vene”, dice, canticchiando Whataver it takes degli Image Dragons. Sapete come va a finire? Trova sempre la soluzione anche confrontandosi con il team. Per un infortunio ha dovuto lasciare il calcio e cedere la fascia di capitano, ma insieme a Pierfrancesco la indossa ogni giorno per portarci avanti e dare sempre il massimo. E se capita di prendere un goal, raduna tutti, palla a centro e si ricomincia. Magari prendendo fiato nel “terzo tempo” – lui lo applicherebbe anche al calcio – fumando un sigaro (sì, non è salutare, ma qualche difettuccio ce l’ha pure lui), tra un bicchiere di vino (meglio rum) e tanti amici.

Comments:

  • roberta angelini

    Roberto mi ha posizionata molto bene, e lo ringrazio tanto

  • Giovanni Le Coche

    Ciao Roberta. Siamo certi che Roberto abbia fatto un buon lavoro! 🙂